L'Associazione spagnola della biomassa (AVEBIOM) ha pubblicato l'ultimo rapporto statistico sul mercato del pellet di legno per il 2022 e il 2023. In questo rapporto è possibile trovare i dati sulla produzione e sul consumo di pellet di legno sia a livello nazionale che per comunità autonome. Include anche statistiche sull'evoluzione del sistema di certificazione ENplus in Spagna.
Dal 2022, i produttori nazionali hanno fatto un grande sforzo aumentando la produzione e dando priorità al loro servizio ai clienti spagnoli. Il risultato di ciò è che le curve di produzione e di consumo tendono ad avvicinarsi. La differenza è costituita dalle importazioni dal Portogallo.
È ormai chiaro che la produzione di pellet in Spagna è sempre più concentrata in impianti di grande capacità mentre le strutture più piccole, non legate ad attività legate al legno, tendono a scomparire: tra il 2021 e il 2022 siamo passati da 75 a 67 stabilimenti. Trentasei di loro hanno un certificato ENplus valido e sono responsabili del 90% della produzione certificata in Spagna.
Pablo Rodero, responsabile della certificazione di AVEBIOM e attuale presidente dell'European Pellet Council, sottolinea "l'impegno dei produttori spagnoli, che garantiscono che l'89% della produzione nazionale è certificata ENplus", ma anche la formazione e "la responsabilità dei consumatori, che considerano importante o molto importante che il pellet che acquistano sia di qualità e sostenibilità certificata.”
I consumatori si fidano del pellet nonostante la crisi
L’aumento dell’inflazione e i prezzi elevati del pellet, comuni in tutta Europa, hanno rallentato il ritmo di installazione di impianti a pellet in Spagna del 13% nella seconda metà del 2022 rispetto all’anno precedente, quando le vendite erano state record per le nuove apparecchiature nel settore domestico sono state rotte.
Ma, secondo l'ultima indagine sul consumo di pellet nell'UE realizzata da Bioenergy Europe (effettuata a fine novembre e prossimamente), la maggior parte degli utenti europei e spagnoli confermano che continueranno a utilizzare il pellet, nonostante nel la scorsa stagione erano preoccupati per l'aumento dei prezzi.
In ogni caso, il riscaldamento a gas nel 2022 costava il 44% in più rispetto al riscaldamento a pellet, e il riscaldamento con radiatori elettrici, ad esempio, costava tre volte di più del riscaldamento a pellet.
Dal 2012 analizziamo i prezzi del pellet sia in fabbrica (mensile) che nei punti vendita (trimestrale). Dall’aprile 2023 i prezzi sono rimasti stabili su valori simili a quelli dell’estate 2022 (275€/ton) e, anche se non sembra probabile che nei prossimi mesi si ritorni ai prezzi pre-crisi, la riduzione delle esportazioni verso paesi come l'Italia e un inizio di stagione non molto freddo può portare ad un temporaneo eccesso di stock che potrebbe portare offerte di prezzo a inizio anno.
Il passaggio dall'Iva al pellet
L'Iva al 5% sulle forniture energetiche termina il 31 dicembre e diventa al 10% nella prima metà del 2024 per il pellet e gli altri biocarburanti solidi, per poi tornare al 21%. Senza dubbio, questa circostanza incoraggerà i consumatori a fare scorta di pellet prima della fine del periodo di grazia.
Accesso al rapporto sul pellet 2023
www.avebiom.org/proyectos/informes/informe-pellets-2023